ISOLA DEL GRAN SASSO – Un’altra tragedia della montagna, che stavolta coinvolge due alpinisti di levatura, esperti e profondi conoscitori del massiccio del Gran Sasso. Roberto Iannilli, romano di 60 anni ma abruzzese di adozione, e Luca D’Andrea, sulmonese 51enne, non erano sprovveduti. L’altra sera avevano deciso di attaccare la parete nord del Camicia, sul versante teramano del massiccio del Gran Sasso e anche in virtù della loro esperienza avevano deciso di aprire una nuova strada, come era nelle peculiarità di Iannilli, un ‘nome’ dell’alpinisimo italiano.
L’allarme è stato dato ieri sera dalla moglie di Iannilli, preoccupata del non aver ricevuto telefonate dal marito, che era abituato a far sapere di sè soprattutto quando era in parete o in vetta.
Sono stati i colleghi del Corpo nazionale di soccorso alpino, questa mattina di buon’ora, a compiere dei giri di ricognizione in elicottero sulla zona tra Castelli e Rigopiano. Il timore era che ci fossero serie difficoltà: quella parete che i due hanno attaccato è definita molto pericolosa, anche per alpinisti esperti, perchè molto friabile, ‘marcia’ come si suol dire in gergo. Ed è stata proprio quella a tradire Iannilli e D’Andrea.
Sono stati trovati ancora legati in cordata, sul fondo della parete. Precipitati per centinaia di metri, dopo che evidentemente gli agganci del primo devono aver ceduto: lo strappo non ha trovato resistenza nella cordata ed è precipitato anche il econdo alpinista. Il pietoso rito del riconoscimento delle salme si è compiuto in queste ore all’obitorio dell’ospedale di Teramo, dove i due corpi senza vita sono stati composti dopo essere stati trasferiti con l’eliambulanza del 118. Il pubblico ministero di turno, Stefano Giovagnoni, ha subito concesso il nulla-osta per la sepoltura, senza procedere ad alcun esame necroscopico aggiuntivo.
Iannilli, alpinista di fama. Roberto Iannilli è considerato uno dei massimi esperti di arrampicata in Italia. Ha aperto centinaia di nuovi itinerari in Italia e all’estero. Ha vinto per due volte il premio ‘Consiglio’, massimo riconoscimento alpinistico italiano. Era particolarmente legato al Gran Sasso dove, in solitaria o con altri escursionisti, ha aperto più di 100 nuove vie. E’ stato inoltre tra i finalisti al premio internazionale ‘Piolet d’Or’, per una impresa compiuta sulle Ande peruviane. Molto nota, tra gli appassionati, è anche la sua scalata alla "Bartolomei Tower", sull’Himalaya.